E' on-line la mappatura delle organizzazioni criminali in Emilia-Romagna
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- Pubblicato Lunedì, 31 Agosto 2015 13:15
- Scritto da Davide Vittori
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E' on-line, sul sito dell'Osservatorio Provinciale Antimafia, la mappatura delle organizzazioni criminali in Emilia-Romagna.
La presenza delle mafie in Emilia-Romagna è ormai accertata da anni; l’indagine Aemilia ha evidenziato una volta di più quanto radicate siano talune organizzazioni nel territorio regionale.
Lo scopo di questo lavoro è analizzare tale penetrazione di ’ndrangheta, camorra e mafia siciliana (sono state quindi escluse le mafie allogene e la criminalità organizzata pugliese) nel nostro territorio. Maggiore attenzione sarà rivolta a quanto successo negli ultimi anni (dal 2010 al 2015) non tanto, e non solo, al fine di scattare una fotografia della presenza mafiosa in regione ma, soprattutto, per cogliere le linee di tendenza ed analizzare l’evoluzione passata in modo comprendere quale potrebbe essere quella futura.
Cesenatico, bene confiscato alla Banda della Magliana: di nuovo tutto fermo?
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- Pubblicato Martedì, 07 Luglio 2015 10:20
- Scritto da Patrick Wild
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Forse non tutti lo sanno (soprattutto i più giovani), ma a Cesenatico - nel cuore della riviera romagnola - si trova un bene confiscato alla mafia. In particolare, un'ex colonia riconducibile alla Banda della Magliana, quell'organizzazione criminale raccontata in "Romanzo criminale" e nelle serie tv e film che ne sono stati ricavati. Più che un romanzo, quella della Banda della Magliana fu una storia contraddistinta da numerosi omicidi, rapporti con le altre mafie tradizionali, ambienti della destra eversiva e vicende dai contorni ancora misteriosi, quali per esempio i collegamenti con i servizi segreti.
In Emilia-Romagna mafie favorite dal comportamento delle istituzioni locali
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- Pubblicato Mercoledì, 25 Febbraio 2015 10:12
- Scritto da Patrick Wild
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(Bologna: la Direzione Nazionale Antimafia la descrive come centro di numerose attività criminali, Cosa Nostra compresa)
di Patrick Wild
E' stata presentata ieri alla Biblioteca del Senato, dal Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti e dalla Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Rosy Bindi, l'ultima relazione della Direzione Nazionale Antimafia, quella cioè relativa al periodo 1 luglio 2013 – 30 giugno 2014. Nella parte dedicata al distretto di Bologna, benché sia stata portata alla luce da poche settimana, si finisce inevitabilmente per parlare dei primi risultati della maxi-indagine "Aemilia", con cui a fine gennaio scorso sono finiti in carcere più di 100 persone (oltre 200 gli indagati), molte delle quali con l'accusa di associazione di stampo mafioso. Parole durissime arrivano dalla penna di Roberto Pennisi, il magistrato che in questi mesi ha lavorato fianco a fianco ai Pubblici Ministeri della DDA felsinea nella stessa indagine. Poche righe, ma sufficienti a demolire ogni residua convinzione circa l'integrità del "modello Emilia-Romagna", della buona amministrazione e dei propri cittadini. A parlare sono proprio le carte di "Aemilia".
L'impero colpisce ancora? Sul gioco d'azzardo e la famiglia Femia
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- Pubblicato Lunedì, 30 Marzo 2015 09:40
- Scritto da Patrick Wild
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(Nicola "Rocco" Femia, durante l'arresto avvenuto nel gennaio 2013)
dal Gruppo dello Zuccherificio
Il 23 gennaio 2013 all’interno dell’indagine “Black Monkey”, l’operazione che portò all’arresto di Nicola “Rocco” Femia e altre 28 persone e al sequestro di beni per un valore di 90 milioni di euro, vennero anche arrestati i figli del presunto boss, Rocco Maria Nicola classe 1991 e Guendalina classe 1984.
Aemilia, gli 'ndranghetisti emiliani volevano ammazzare il Re delle bische di Rimini e Riccione
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- Pubblicato Martedì, 03 Febbraio 2015 17:41
- Scritto da Patrick Wild
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Tra le 1.300 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare con cui settimana scorsa, tra Piacenza, Reggio Emilia e Modena, sono finiti agli arresti oltre un centinaio di soggetti con l’accusa di associazione di stampo mafioso e altri reati, emergono anche vicende inedite che riguardano più direttamente la riviera romagnola.
A parlarne è il collaboratore di giustizia Vincenzo Marino, il quale ai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia che hanno coordinato l'indagine Aemilia riferisce dell’intenzione dei cutresi insediati in Emilia di uccidere “quei cornuti di Rino Masellis e Gianni Lentini”.